Rovato n° 88
VILLA CANTU’ – ROVATO – PANCHINA AZZURRA
Oggi siamo andati a cercare la nostra seconda panchina gigante, da aggiungere sul passaporto delle “Big bench”.
Meta: villa Cantù a Rovato.
Si arriva in macchina nella tenuta della villa, si segue un percorso botanico con cartelli informativi che spiegano le varie piante e si scopre la storia di Marco Cavallo. Una scultura di cartapesta gigante, realizzata dagli ospiti di un manicomio negli anni ’70, che Franco Basaglia fece schiantare contro il muro di cinta, sfondandolo, per lasciarlo poi sfilare per Trieste, in modo che la gente lo ammirasse, in realtà anche come simbolo dell’abbattimento che separava la società dai malati psichiatrici rinchiusi all’epoca in condizioni inumane. Franco Basaglia fu promotore della legge Basaglia appunto, che abolì i manicomi per rendere dignità ai malati psichiatrici, e per trasmettere il concetto della possibilità di reinserirsi in società, di essere accolti, di sentirsi utili, di sentirsi esseri umani.
In questo luogo oggi, sono stati dipinti i pali delle vigne di azzurro, per ricordare Marco Cavallo e perché qui i malati psichiatrici svolgono lavori di utilità sociale, valorizzando il territorio. Ne abbiamo parlato con i bimbi mentre raggiungevamo la panchina. La malattia mentale è un tema difficile, eppure in questo modo lo abbiamo affrontato con leggerezza e immersi nel verde, nei colori dei fiori. La panchina era azzurra ovviamente, ci siamo arrampicati, foto di rito e timbri sul passaporto. C’è il bel santuario di Santo Stefano di fronte, ma era già chiuso. “Torneremo per vederlo?” ha chiesto il Saggio, quello che non vuole mai uscire a camminare… e questa per me era già una vittoria. A casa ha dichiarato che la storia di Marco Cavallo gli era piaciuta e anche se raccontata come una favoletta, sono sicura che abbia aggiunto un altro bel tassello al suo animo sensibile.
Quando studiai Franco Basaglia e vidi alcuni film sulle malattie psichiatriche, ricordo che rimasi colpita dall’abisso che si può creare nella mente di un essere umano. Credo che chi lavori a villa Cantù e a cascina Clarabella, abbia colto un’ottima occasione di accoglienza e di apertura, mettendo la panchina gigante proprio qui. Se non li conoscete vi consiglio di guardare La meglio gioventù e Si può fare e poi di andare a sedervi lassù, sulla panchina azzurra, a pensare ai misteri della mente e alle sue sfumature, agli eroi che nessuno conosce e a Marco Cavallo, un simbolo più importante di quanto si possa immaginare.
Dopo la visita della panchina, se avete voglia di passeggiare ancora un po’, potreste chiedervi cosa vedere a Rovato. Potete passeggiare per questa città, posta alle pendici del Monte Orfano, nel territorio meridionale della Franciacorta, nell’elegante piazza Cavour, o cercare i resti dei torrioni e delle mura merlate, testimonianza della presenza del castello medievale, attorno a cui si scontrarono guelfi e ghibellini. Passato sotto la dominazione dei Veneziani, sotto i Savoia venne riunita a Brescia. Se vi capita visitate il castello Quistini, durante uno dei mercatini di antiquariato, del vintage o in occasione della mostra delle Rose, un contesto davvero delizioso, nel cortile di questa dimora, in parte abitata, eventi a cui abbiamo partecipato qualche anno fa. Se poi è una bella giornata e volete prolungare la vostra passeggiata, potete salire sul monte Orfano fino al convento quattrocentesco della Santissima Annunziata, da cui si gode una meravigliosa vista sulle vigne circostanti.