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PISA e LIVORNO ... TRA ARTE E MARE

Siamo arrivati in Toscana cercando il sole. Le proposte di viaggio per la fine e l’inizio dell’anno erano molte, ma abbiamo scelto di convergere verso il mare attratti dalle previsioni favorevoli e dal miraggio di un’aria più pulita di quella della pianura padana. 

Abbiamo sostato col camper a Marina di Pisa, alla foce dell’Arno. 

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Il vantaggio di quest’area è di essere a dieci minuti dal mare, con una passeggiata carina lungo il porticciolo e a cinque dalla fermata dell’autobus con cui ci siamo spostati un giorno a Pisa e uno a Livorno. 

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La nostra visita di queste città non è stata approfondita come avrebbero meritato, ma con tre bambini, di cui uno un po’ influenzato, non avevamo grandi pretese, solo di godere della bellezza delle due città, del clima e del cibo.

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A Pisa abbiamo pranzato all’Ostellino, una paninoteca con affettati e formaggi di alta qualità, grande varietà di scelta con buon pane e prodotti locali, proprio dietro campo dei Miracoli. 

Con la pancia piena ci siamo inoltrati nella piazza, per ammirare la torre pendente, annoverata tra le sette meraviglie del mondo moderno e scattare le foto di rito, in cui si simula di reggere la torre. La cosa più divertente era però osservare la miriade di turisti di tutto il mondo, che si sbizzarrivano nelle pose più assurde. 

Non siamo entrati nei monumenti, ma li abbiamo ammirati da fuori, cercando di catturare i dettagli…i segni degli artigli del diavolo che tentò di arrampicarsi sul duomo ma fu buttato giù dagli angeli, gli animali nei fredi del battistero, i piani della torre costruiti in epoche diverse. Il nostro tour è stato breve perché il Cucciolo non stava molto bene, ma al rientro a Marina sul lungomare i bimbi si sono divertiti a lanciare sassi in acqua mentre noi ammiravamo il tramonto.

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Il giorno dopo a Livorno l’autobus ci ha lasciato in piazza Repubblica, da lì essendo quasi l’una ci siamo spostati subito al mercato coperto, detto delle Vettovaglie, un edificio in vetro e acciaio, stile art noveau. Alcuni banchetti stavano già chiudendo ma all’enoteca Alle Vettovaglie ci hanno trovato un posticino e servito cibo tipico davvero gustoso. In questo luogo potete degustare street food o scegliere affettati toscani e farvi riempire un panino o, come noi, sedervi a degustare un calice di vino con primi di pesce o di terra, mentre sbirciate la gente che curiosa in giro.

La fortezza e il quartiere La Venezia ci hanno un po’ deluso per lo stato di degrado e la sensazione di abbandono in cui si mostrano, anche se forse questo li rende più autentici che quelle città per turisti imbellettate ad arte. 

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Ovunque compaiono murales o cartelli, barche e balconi con la biancheria stesa, che mostrano il volto di una città portuale, che lavora, in cui si mescolano popolazioni provenienti da ogni luogo, in cui quasi si respira ancora l’atmosfera dei mercati che venivano presidiati dagli assalti dei pirati e in cui il popolo lavorava per mantenere il lusso della famiglia De’ Medici. 

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La fontana dei quattro mori rappresenta bene lo stato di schiavitù delle migliaia di perdone deportate che lavoravano a bordo delle navi o per scaricare e trasportare le merci. Si dice che se si individua il punto in cui si vedono tutti i quattro nasi dei mori, si avrà fortuna. Noi ci auguriamo di liberarci dalle influenze in questo 2023, passeggiando per il porto mediceo e aspirando l’odore di salsedine, consapevoli che poco più in là è attraccato un traghetto che per il momento ha il fumaiolo spento. 

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Ripercorriamo voi il corso con le vetrine sfavillanti, salutiamo il duomo e la pastocceria Cairoli in cui abbiamo fatto una lauta merenda e mentre il Saggio calcola i tempi di percorrenza per tornare a casa, il Terremoto saltella tra i passanti incantato dalla ruota panoramica che di notte si illumina di mille colori.

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La sera ceniamo in camper e una pioggerella notturna ripulisce il cielo. La mattina dopo ci godiamo ancora un po’ la vista delle barche a vela che escono dalla foce dell’Arno per avventurarsi in mare, il sole e una grigliata di pesce con pane toscano, che scopriamo essere sciapo a causa delle gabelle che vennero porste sul sale in epoche remote. Il rientro nella nebbia lombarda sarà duro, ma oggi è il compleanno della nonna, si corre a celebrarla

Dove eravamo

5/5

Di dove siamo

Micky

Micky è sempre stata una bambina curiosa e chiacchierona, è cresciuta in mezzo ai libri, considerati non come oggetti di arredamento, ma come “passaporte” verso mondi fantastici reali o immaginari. Grazie agli insegnamenti di nonni, genitori e maestri, ha conservato la voglia di frugare tra le pagine per cercare aneddoti e curiosità, e ora che è troppo grande per sedersi in braccio a chi le vuol bene per ascoltarne i racconti, ha deciso di ricoprire lei questo ruolo.
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