Montecampione
La strada è facilmente percorribile con i bambini, il sentiero ha un paio di passaggi con delle rocce, ma l’erba è bassa e il panorama presenta le montagne e gli avvallamenti attraverso diverse prospettive e sfumature di verde. Parallela, leggermente più in basso, seminascosta, scorre una strada carrabile, di cui si sono accorti i bambini dopo essersi chiesti come il cibo sarebbe stato trasportato al rifugio che volevamo raggiungere. Evidentemente dopo la prima parte di cammino, lo stomaco ha iniziato ad aguzzare la loro ingegnosità.
Ogni tanto si incontrano delle pozze a cui si abbeverano mucche e animali di passaggio.
Una, più grande si trova anche al Rifugio Dosso Rotondo, dove siamo arrivati, affamati.
Avevamo prenotato un tavolo e abbiamo scelto subito dei sostanziosi e saporitissimi piatti di montagna: pizzoccheri, polenta, salamine e formaggio fuso. Le porzioni erano degne della fatica fatta, tanto che il dolce ci ha messo a dura prova. Tutto buonissimo. I piccoletti si sono subito dopo dispersi nel parco giochi, ma l’attrazione maggiore l’hanno esercitata le zattere sullo stagno. Adatte solo a reggere il peso dei bambini, ci si poteva spostare da un lato all’altro facendo leva con dei bastoni, sul fondo della pozza. Come nella vita, la parte difficile era trovare l’equilibrio tra l’atteggiamento cauto e scientifico del Saggio e quello spericolato e agitato del Terremoto, tutt’al più che sulla zattera c’era anche un’amica di entrambe.
Domenica su proposta di alcuni amici, siamo andati a Montecampione. Dopo aver superato il lago d’Iseo la strada sale con una serie di tornanti in cui si incontrano numerosi ciclisti. Ci siamo fermati alla pro loco lungo la strada per recuperare la carta dei sentieri e poi siamo saliti schivando numerose buche fino a Plan di Montecampione. Questa ascesa celebra la vittoria del 1998 di Marco Pantani del Giro d’Italia. Ci sono diversi murales e giunti al parcheggio una statua alta 6 metri, in acciaio corten, dello scultore Mattia Trotta. Lo rappresenta con le braccia alzate ed esprime tutta la passione, la fatica, e la soddisfazione per la vittoria. Un bell’incoraggiamento per noi che abbiamo iniziato da lì il nostro cammino.
La nostra meta era il Rifugio di Dosso Rotondo, raggiungibile a piedi, camminando lungo la cresta che affaccia su entrambe le valli. Il percorso è un sentiero scavato tra l’erba, il Cucciolo dallo zaino guardava estasiato le mucche, che ruminavano placide sovrastate da un cielo azzurro e da nuvole pannose. Non era la prima volta che le vedeva, ma per la prima volta ha davvero percepito la loro presenza, le indicava, cercava di imitarne il verso, le salutava quando ci allontanavamo lungo il sentiero. Seguendo la sua scoperta graduale del mondo, si torna ad apprezzare ogni elemento che ci circonda.
Il Cucciolo è stato confinato sull’altalena, perchè ci si sarebbe tuffato, non si formalizza, l’acqua cristallina della Sardegna o lo stagno di montagna per lui hanno ancora la stessa attrattiva. Il rientro ha richiesto la felpa, perché una nube aveva oscurato il sole e il vento in cresta era freddino. La compagni è stata così piacevole che rientrati a casa abbiamo deciso di prolungarla alla cena, anche se il giorno successivo sarebbe stato il primo giorno di scuola, ma in questo modo abbiamo stemperato la tensione e ci siamo arrivati sereni, con i muscoli reattivi, pronti ad affrontare il nuovo anno scolastico con la giusta carica ed entusiasmo.
Che bel panorama!