Gustia.Mo a Carpi e Dintorni
Dei bravi blogger pianificherebbero un viaggio tempo prima, studiando le mappe, scegliendo i ristoranti, prenotando le visite guidate. Noi, invece, siamo una pazza famiglia, con 3 bambini, lavoriamo entrambe, per cui abbiamo passato la settimana tra conversazioni interrotte, a cena, tra un urletto felice, una protesta per le verdure nel piatto, un complimento per il voto di matematica. Ogni tanto ci riesce una conversazione a 2, per telefono nel tragitto casa-lavoro, sotto la pioggia, nel traffico: “Che dici? Andiamo via questo weekend? Se non piove.. se il Cucciolo non ha più la tosse, dopo la lezione di basket del Terremoto e il Saggio si dovrà portare i compiti. Ok, ma dove?” e così il venerdì si spulcia Facebook e si cercano ispirazioni o eventi, non troppo lontani. Ed è così che sabato mattina dopo un briefing di famiglia al tavolino del bar per la colazione decidiamo di partire per l’iniziativa GUSTI.A.MO.21, destinazione Carpi, in provincia di Modena. Prepariamo i bagagli per il weekend, ricordando i piumoni per i letti, perché di notte ora fa freschino. Arriviamo alle 13.30, cielo azzurro, sole e tanta fame. Parcheggiamo vicino allo stadio e in 15 minuti a piedi raggiungiamo il centro. Cerchiamo su Tripadvisor un posto aperto e ci dirigiamo in una gastronomia in un vicoletto, che non citeremo perché, nonostante dei buoni tortellini e tortelloni, il servizio non ci ha pienamente soddisfatto.
Ci siamo rifatti nel pomeriggio con un’esperienza cultural gastronomica di altissimo livello, coinvolgente, divertente e con prodotti d’eccellenza.
La piazza dei Martiri di Carpi è ampia, rettangolare, con un lato delineato da un bellissimo porticato con soffitti decorati e vetrine in cui si alternano localini e negozietti. Sul lato opposto il teatro, un parco e il castello, chiamato anche palazzo dei Pio.
Di fronte la chiesa di Santa Maria in Arce, di architettura romanica, oggi chiamata La Sagra. La leggenda racconta che il re longobardo Astolfo, durante una battuta di caccia nei boschi del luogo, perse il suo falcone da caccia. Dopo averlo a lungo cercato, fece un voto alla Madonna, invocandone l’aiuto, e quando finalmente ritrovò il nobile uccello su un albero di carpino, mantenne la promessa, costruendo una chiesa, attorno a cui sorse poi il centro abitato di Carpi, che prese il nome dalla pianta. Se chiedete ai bambini di alzare il nasino verso il cielo, potranno notare un uccello in metallo svettare vicino alla croce. Pare che dalla torre dell’uccellino sia stata buttata una bellissima dama, dal marito geloso, e che ancora oggi nel castello si aggiri il suo fantasma.
Al primo piano si può visitare il museo civico, dove si possono trovare testimonianze dell’invenzione della xilografia da parte di Ugo da Carpi e della storia della città. Carpi è conosciuta anche per il campo di prigionia e transito di Fossoli, dove furono internate oltre 5000 persone, molte delle quali deportate nei campi di concentramento tristemente celebri nei nostri libri di storia. Noi abbiamo scelto di non visitarlo, per ora, con i bambini, anche se gli abbiamo spiegato di cosa si tratti, in modo che acquisiscano consapevolezza del nostro passato. Ad abbattere i muri contribuirono i bambini di Nomadelfia, un villaggio fondato da don Zeno, per raccogliere i bambini orfani durante la guerra. La storia di questo posto è curiosa, basata sulla solidarietà di famiglie che diedero la disponibilità per adottare molti bimbi abbandonati. Dopo varie vicissitudini il questa comunità di cristiani, con regole particolari, fu trasferito in Toscana e lo si può visitare ancora oggi.
Il pomeriggio è trascorso partecipando all’evento gastronomico, i bambini hanno cucinato le piadine con i ragazzi del centro di formazione professionale alberghiero Nazareno, poi abbiamo giocato ai giochi in scatola messi a disposizione dalla biblioteca “Il castello dei ragazzi”, che vi consiglio di visitare (ingresso sulla sinistra di palazzo Pio) e poi ci siamo tuffati in un’esperienza sensoriale particolarissima. La degustazione teatralizzata consisteva nel partecipare ad alcune esperienze di assaggio di prodotti igp e dop della provincia di Modena: prosciutto crudo, aceto balsamico, vino, parmigiano. Siamo stati dotati di cuffie da cui era trasmessa la voce di un attore che recitava la storia del prodotto, ci invitava a compiere alcune azioni per conoscerlo a fondo, osservare, annusare, mischiare, spezzare. C’erano voci dei protagonisti della storia e musica e non si poteva mettere in bocca finchè le istruzioni non lo concedevano. I bambini si sono divertiti tantissimo e noi con loro!
La sera abbiamo preferito cambiare zona, e dormire nell’area sosta Camper club Mutina a Modena (17€ per 24 h).
La domenica siamo andati a visitare uno stabilimento del Consorzio Prosciutto di Modena d.o.p. a Savignano sul Panaro, dove ci eravamo prenotati per il percorso guidato. Un signore gentilissimo ci ha guidato tra celle frigorifere e stanze inondate di sole, dove l’aria delle colline del modenese entra per dare il giusto sapore al prosciutto, ricavato solo con prodotti italiani nel rispetto della tradizione e del Disciplinare. Scopriamo che quando non c’è scritto d.o.p. la materia prima può provenire dall’estero, lavorata qui, ma senza gli stessi tempi e controlli, questo influenzerà le nostre scelte future. Alla fine del percorso era compresa un’ottima ed abbondante degustazione di prosciutto, grissini e lambrusco. Siamo rimasti così colpiti e soddisfatti, che abbiamo acquistato un bel pezzo di prosciutto d.o.p da portare a casa.
I profumi di spezie e gli assaggi hanno stimolato l’appetito, per cui ci siamo fatti consigliare un ristorante nei paraggi. Siamo usciti dal Gallo d’oro sazi e soddisfatti per gli ottimi tortelloni di vario tipo che abbiamo ordinato. Per smaltire un po’ siamo andati a visitare il borgo antico di Savignano, collocato sulla collina e cintato da una doppia fila di mura medievali.
Mentre un gruppo di ragazzini riempie di risate il paesino, giocando ad una caccia al tesoro, alla faccia di chi se li immagina sempre attaccati ai videogiochi, attraversiamo il passaggio dove un tempo c’era il ponte levatoio, osserviamo le stampe del pittore Graziosi, appese per i vicoli e saliamo fino alla chiesa, dove è posizionato il fodero della Spada dei Contrari, contesa dalle sei contrade dell’antico feudo, in un palio che si svolge ogni anno. Dall’alto si ha una splendida vista sulle colline circostanti.
Erano buoni gli assaggi?