Coast to coast in Calabria con i bambini
Esplorando Cirella e Diamante in Calabria
La storia millenaria della Calabria ha radici profonde che ci riportano all’antichità. Si dice che Bescio Aschenazi, pronipote di Jafet, figlio di Noè, fosse il fondatore di molte città in questa regione attorno al 1900 a.C. La Calabria è stata un crocevia di culture e civilizzazioni nel corso dei secoli, e molte di queste influenze sono ancora evidenti nella sua storia e nei suoi luoghi.
Cirella: Un' antica Gemma
La nostra avventura inizia a Cirella, un affascinante villaggio sulla Costa dei Cedri in origine un’importante scalo commerciale per i Focesi, i Greci ed i Romani.
Ci fermiamo in un’area sosta sul mare, ombreggiata e ben organizzata
Cirella fu costruita in origine vicino al mare, poi depredata innumerevoli volte dai pirati Saraceni, tanto che venne ricostruita sulla collina, più facilmente difendibile. Dopo qualche secolo, a causa dell’aridità e grazie ad un periodo più quieto, gli abitanti tornarono a scendere verso il porto, fu costruito un palazzo nobiliare e una torre di avvistamento sullo scoglio chiamato Isola di Cirella.
Esploriamo Cirella, alla ricerca di una torta per il compleanno del nostro Cucciolo, con le sue stradine tortuose, una piazza affascinante, una piccola chiesetta, e le suggestive rovine dell’antico borgo, che si illuminano di rosso al tramonto, creando un’atmosfera magica.
Diamante: Arte e Storia
Da Cirella, prendiamo un autobus serale per raggiungere Diamante, un altro gioiello della Costa dei Cedri. Diamante è famosa per i suoi murales e per una leggenda affascinante. Si narra che un corvo abbia trovato un prezioso diamante e lo abbia lasciato cadere alla foce di un torrente, dove è sorta la città. Da allora, il corso d’acqua è chiamato Corvino, e serpeggia tra le verdi colline dell’entroterra.
Dopo una buona pizza, ci inoltriamo per i vicoli, ammirando e fotografando o murales, alcuni purtroppo rovinati dalla salsedine, altri più recenti, molto belli e colorati. Su una terrazza che affaccia sul mare al tramonto, il Saggio e il Terremoto si scatenano a ballare musica elettronica, mentre il Cucciolo li imita correndo scatenato. Con loro è impossibile soffermarsi nei negozietti di prelibatezze tipiche e souvenir, sono un tornado che guizza tra i gonnelloni a fiori delle turiste e i banchetti di calamite. Ci godiamo l’atmosfera, il sole rosso fuoco che scompare nel mare e gli sguardi di chi è in vacanza, non sempre rilassati, ma di sicuro, meno nervosi e frenetici che in città.
Paola e Falerna: Storia e Spiritualità
Continuando il nostro viaggio, facciamo tappa a Paola, un paesino in Calabria noto per la storia di San Francesco da Paola. La leggenda narra che una coppia che non riusciva ad avere figli pregò San Francesco d’Assisi, e miracolosamente la donna rimase incinta. Il bambino, Francesco, nacque con una malformazione all’occhio, per cui i genitori disperati, fece un voto al Santo: se il bambino fosse guarito, appena cresciuto lo avrebbero iniziato alla vita monastica come segno di gratitudine per il miracolo.
Francesco da Paola guarì e i genitori rispettarono in patto. Divenne monaco, con un carattere speciale, tanto da essere molto stimato e chiamato spesso ad intervenire in questioni spinose. Si ritirò in eremitaggio nella valle retrostante in paese di Paola, rigogliosa, lungo un torrente. Quando altri lo seguirono, fu realizzato un romitaggio in pietra, poi un oratorio e a seguire una chiesa. Fece diversi miracoli, alcuni legati a salvataggi e guarigioni, altri più bizzarri, come attraversare lo stretto di Messina sul suo mantello o resuscitare l’agnello Martinello, che degli operai affamati si erano mangiati. Dopo la sua morte fu proclamato santo.
Oggi, il santuario di San Francesco da Paola è un luogo incantevole da visitare, con gli edifici quattrocenteschi scavati nella pietra, la chiesa antica e il santuario moderno, con belle vetrate coloratissime. Potete bere l’acqua dalla fonte della cucchiarella, fatta sgorgare dal santo battendo un mestolo su un masso o poggiare la testa su una pietra toccata da lui. Siamo entrati a turno a visitarlo perché il Cucciolo dormiva in camper. Io e il Terremoto, per una volta tranquillo e devoto, colpito dalla storia di questo personaggio mistico e incantato dal luogo, dal torrente che scorre sotto il Ponte del diavolo, dalle caprette inerpicate, dai colori e dagli ex voto a forma di parti del corpo. Se passate di qua, fatecelo un salto, non si sa mai.
Il nostro viaggio continua con una sosta a Falerna, una località sulla costa tirrenica della Calabria. Qui, godiamo di una spiaggia con sassi sulla riva e sabbia in acqua, e un mare cristallino che si inclina dolcemente. La sera, siamo sorpresi da una performance teatrale e di giocoleria tenuta da due artisti campeggiatori. Questi incontri inaspettati sono ciò che rende le vacanze davvero speciali, offrendo un’esperienza autentica e unica.
Compromessi per la "libertà"
La vacanza in camper non è sempre facile, bisogna potersi muovere con un mezzo grande per strade accessibili, in cui non incastrarsi, si può dormire “in libera”, ma senza aprire le finestre, o trovare aree sosta custodite, in cui potersi espandere con veranda, tavoli, sedie, amaca. Si lavano piatti e panni a mano, magari in un lavello di fronte al mare, si stende con un filo tra gli alberi. Permette molta libertà, ma ci sono dei vincoli logistici legati agli spazi e alle regole. Questo a volte determina le scelte delle mete, raggiungibili o meno. Noi abbiamo deciso di saltare Tropea, pur sapendola bellissima, abbiamo scelto di non raggiungere Reggio Calabria, perché visitare le grandi città con il caldo agostano, sarebbe stato troppo faticoso.
Scoprendo le Meraviglie della Calabria
Ci siamo spostati sulla costa Ionica, in un’area sosta ombreggiata, leggermente sopraelevata, ma affacciata direttamente sulla spiaggia, in zona Le Castella. Alternandosi sabbia e argilla, il mare cambiava colore a seconda della corrente, alcuni giorni limpidissimo, altri lattiginoso se si scioglieva l’argilla. Questa è stata però una delle attrattive principali per i bambini, che l’hanno lavorata, manipolata, se la sono spalmata addosso e alla fine hanno convinto anche noi a cedere al gioco
Le Castella, Mirto Crosia e Rossano: Tra Storia ed Argilla
Successivamente, ci dirigiamo sulla costa Ionica in un’area sosta ombreggiata e leggermente sopraelevata ma affacciata direttamente sulla spiaggia di Le Castella. Alternandosi sabbia e argilla, il mare cambiava colore a seconda della corrente, alcuni giorni limpidissimo, altri lattiginoso se si scioglieva l’argilla. Questa è stata però una delle attrattive principali per i bambini, che l’hanno lavorata, manipolata, se la sono spalmata addosso e alla fine hanno convinto anche noi a cedere al gioco.
Essendo un’insenatura circondata da scogli, i fondali sono ricchi di pesci, io e il Saggio abbiamo esplorato con la maschera e incontrato banchi si salpe, occhiate, uno scorfano, granchi, corvine e una medusa color ocra, grande, molto particolare. Una sera abbiamo visitato il borgo, famoso per la fortezza aragonese nel mare, legata a terra solo da una sottile striscia di sabbia. Il nome al plurale Le Castella, pare sia dovuto alla leggenda che ci fossero altre isolette fortificate, attorno, di cui una si dice fosse Ogigia, in cui Ulisse incontrò Calipso.
La fortezza non era un palazzo nobiliare, ma aveva scopi difensivi, dagli innumerevoli attacchi dei pirati. Durante una di queste incursioni in cui venivano fatti molti schiavi fu rapito un bambino Giovanni, e messo al remo da un pirata turco. Essendo molto sveglio e intraprendente entrò nelle grazie del padrone e gli venne richiesto di abbandonare la fede cristiana e sposarne la figlia. Il suo nome fu cambiato in Uluc Alì (rinnegato) e divenne uno tra i più abili comandanti della flotta ottomana. In piazza a Le Castella c’è una statua che ricorda il pirata Uccialì, partito bambino dalla Calabria e sepolto in una moschea da lui fatta costruire a Istanbul, quando ormai il suo nome era diventato Kilì Alì, Alì la Spada.
Il giorno dopo ci siamo spostati a Mirto Crosia, abbiamo dormito in un’area sosta di un agriturismo, direttamente sul mare, sotto un vecchio faro abbandonato. Per la posizione del golfo, il sole sorgeva alle nostre spalle, tra il faro e l’orto e tramontava di fronte, tuffandosi nel mar Ionio.
L’area aveva pochi servizi, malfunzionanti e diroccati, ma il mare era un incanto, acqua limpida e ferma come fosse un lago di montagna, poca gente, arrivata lì apposta, facendo una stretta stradina poco conosciuta. Dopo una giornata di bagni e riposo, abbiamo salutato il mare, il giorno dopo avremmo iniziato la risalita. Ci siamo concessi una cena nell’agriturismo a gestione familiare, con prodotti freschi, cucina calabrese a base di pesce, che non avevamo ancora avuto modo di assaggiare. Deliziosa, in una cornice di un verde lussureggiante, il rumore lieve delle onde in sottofondo.
Il Gusto della Calabria: L'Irrinunciabile Visita al Museo della Liquirizia
E’ la volta di fare una tappa d’obbligo essendo in zona. Il museo della liquirizia Amarelli, nel paese di Rossano.
Un paese che offriva molto di più, ma per questioni di tempo, abbiamo saltato, dedicandoci solo alla conoscenza della lavorazione di questa radice. Il museo si trova nell’antica casa fortezza della famiglia Amarelli, che produce la liquirizia da oltre 200 anni. Hanno conservato e raccolto oggetti dei secoli scorsi, sia per quanto riguarda la lavorazione, il design delle scatole, il trasporto e la vita quotidiana. Un viaggio nella storia dell’azienda, ma anche del territorio, davvero interessante. Per particolari questioni climatiche, la miglior liquirizia al mondo viene dalla Calabria, inizialmente distribuita in scaglie dai farmacisti per le sue doti curative, poi elaborata e trasformata in bastoncini, confetti, caramelle gommose. Leghiamo il profumo al ricordo di questo posto e ripartiamo verso nord.
Si ritorna verso nord
Nel tragitto di risalita dalla Calabria a Brescia abbiamo fatto diverse tappe, in luoghi incantevoli e ricchi di storia. Il primo è stato il Bosco di san Silvestro a Caserta, tenuta di caccia dei re borbonici, ora oasi del wwf, in cui si produce miele, si curano rapaci feriti dai cacciatori e dove si può sostare con il camper o affittare delle stanze. C’è possibilità di prenotare una navetta per visitare la Reggia, noi invece essendo di passaggio abbiamo preferito, al risveglio, fare una passeggiata nel bosco, fino alla villa dove il re e i compagni di caccia riposavano, ora un po’ decadente, ma usata per i laboratori con i gruppi di studenti. Dal sentiero tra le querce antiche, si arriva ad uno scorcio in cui si ammira dall’alto la Reggia di Caserta, i suoi giardini e, quando non c’è foschia, com’è capitato a noi, il Vesuvio e il golfo di Napoli. È stato un posto di stupore per la natura e per gli incontri con persone che ci hanno donato un pezzetto delle loro storie, dei loro viaggi, dei loro sogni futuri.
Dopo parecchie ore di viaggio, abbiamo cercato la nostra nuova meta, fuori dall’autostrada, in provincia di Arezzo, tra gli Appennini. Abbiamo scelto di sostare nel parco di un birrificio artigianale, La campana d’oro, a Bibbiona, nell’uliveto sapientemente curato dai titolari. Nonostante avessero un evento organizzato, ci hanno accomto in una saletta appartata e abbiamo cenato coni ottimi prodotti toscani e degustato la birra prodotta da loro. Nei weekend è possibile anche visitare l’azienda. La mattina seguente a colazione i gestori ci hanno raccontato di come avessero preso questo casolare con l’intento di ristrutturarlo per viverci e poi per verie vicissitudini lo abbiano piano piano trasformato in quello che è ora, in una cornice splendida, con molta cura per i dettagli. Avevamo scelto questo luogo come base per visitare Poppi, segnalato fra i borghi più belli d’Italia.
Poppi: Una Perla Medievale nel Cuore della Toscana
Poppi è una perla nascosta nel cuore della Toscana, un incantevole borgo medievale situato nel comune di Poppi, in provincia di Arezzo. Questa antica località è conosciuta per il suo caratteristico centro storico, il maestoso Castello dei Conti Guidi e il suo significativo valore storico e culturale.
La pioggia ci ha fatto apprezzare i lunghi portici, e rifugiare nel castello. È stato una vera scoperta. Nel castello medievale, che si sviluppa in altezza, splendidamente restaurato, con una corte interna coperta, sono allestite diverse mostre. Ci ha colpito #Michelangelorapito, un’esposizione, con diverse modalità, dai pannelli, ai video multimediali, alla sala degli specchi, in cui si raccontano gli eventi della seconda guerra mondiale. Le opere d’arte di Firenze e dintorni, durante il conflitto, furono imballate e stipate in grosse casse.
Quando iniziarono i bombardamenti, furono custodite nel castello di Poppi, nel monastero di Camaldoli e altri edifici. Al sopraggiungere degli Alleati i nazifascisti spostarononmolte di queste casse in Tirolo, nella speranza di salvarle o, come successe ad alcune, di accaparrarsele. Finita la guerta furono riportate, con un treno scortato, a Firenze, ma qualcuna andò persa, tra cui la maschera di un fauno scolpito da Michelangelo, che tutt’ora rimane un tesoro ricercato da molti storici. In altre sale si rievoca, con modellini di arieti e catapulte, e soldatini di piombo, la battaglia di Campaldino, combattuta anche da Dante, nella piana sotto il castello di Poppi.
Mostre fotografiche, manichini dei prigionieri, installazioni, ci hanno incantato per un paio d’ore, siamo anche saliti sulla torre campanaria. Ci siamo ripromessi di tornare nei dintorni, perché c’è tanto da vedere, di storia e natura, ma per noi, purtroppo, questo bel viaggio volge al termine e salutiamo l’estate con un bell’acquazzone che ha reso vividi i colori del boschi casentinesi, durante tortuosa strada del rientro.
Scoprite la Calabria con Noi: Un'Esperienza Unica per Veri Conoscitori
Il nostro viaggio attraverso la Calabria ci ha permesso di scoprire la ricca storia, la cultura unica e le meraviglie naturali di questa affascinante regione. Nonostante le sfide logistiche del campeggio in camper, abbiamo avuto l’opportunità di immergerci in luoghi unici e incontrare persone speciali che hanno condiviso le loro storie con noi. La Calabria, con il suo patrimonio e la sua bellezza naturale, merita sicuramente di essere esplorata. La regione offre tanto, ma è importante preservarla e valorizzarla per il futuro.