"Chiusi" per ferie: Toscana con i bambini
Dopo un mese chiusi in casa per quarantene preventive, effettive e precauzionali avevamo bisogno di una boccata d’aria, di depurarci, di riempirci gli occhi natura e arte. La scelta della Toscana è sorta quasi spontanea, ci accoglie sempre con quelle colline morbide come una mamma pronta coccolarti, con le sue storie piene di fascino, i piatti cucinati con amore e la parlata dolce dei suoi abitanti.
Chianciano Terme: Piscine termali Theia con i bambini
Dopo un mese chiusi in casa per quarantene varie, avevamo bisogno di una boccata d’aria, di depurarci, di riempirci gli occhi di natura e arte. La scelta della Toscana è sorta quasi spontanea, ci accoglie sempre con quelle colline morbide come una mamma pronta a coccolarti, con le sue storie piene di fascino, i piatti cucinati con amore e la parlata dolce dei suoi abitanti.
I primi due giorni li abbiamo trascorsi alle Terme di Chianciano, avevamo prenotato due giornate alle piscine Theia.
L’area sosta camper è proprio di fronte allo parco Acqua Santa – Fucoli, la mattina ci svegliamo e ci inerpichiamo sulla salita che porta al nostro stabilimento, pieni di dubbi. La zona del paese riservata alle terme è decadente, solo alcuni alberghi hanno un fascino un po’ retrò, mentre altri sono proprio abbandonati e fatiscenti, invece le piscine Theia hanno subito un restyling pochi anni fa e si differenziano dal contesto.
Ci sono diverse vasche, il Cucciolo non può entrare nelle terme, ma solo nella piscina dell’area kids, dove ci alterneremo per entrambe le giornate. I grandi invece vanno subito ad esplorare quelle termali, interne ed esterne con acqua a diverse temperature, dai 33 ai 36 gradi. Non ci sono altre attrazioni, a parte le fontane e l’idromassaggio, ma nel complesso loro sguazzano, si inventano giochi, senza troppo turbare la quiete degli altri ospiti, cosa che temevamo in partenza.
E’ stato più complesso tenerli tranquilli dopo il pranzo nel punto ristoro, il Saggio si era portato da leggere un bel libro su Leonardo, il Terremoto era un po’ più inquieto e il Cucciolo, che aveva perso il ciuccio prima di entrare, non sembrava intenzionato a fare nessunissimo riposino, cosa che invece mamma e papà avrebbero fatto volentieri.
Dopo la digestione, siamo tornati nella piscinetta, corredata di deliziose mongolfiere e da pannelli con la storia delle mascotte, la giraffa Theiamilla, azzurra come le acque in cui nuotava la madre, la dea Theia e l’ippopotamo viola Ippoltrone, che dopo essersi fatto male ad una zampa scoprì il potere curativo del fango termale.
Andare alle terme con i bambini non è particolarmente rilassante, ma è una bella alternativa per trascorrere delle fredde giornate invernali facendoli divertire. L’acqua di Theia nasce dalla fonte Sillene a 120 mt di profondità, ed è ricca di anidride carbonica e sali minerali.
Qui facevano i bagni già secoli fa gli Etruschi, di cui ci sarebbe piaciuto visitare il bel museo nel centro storico, ma i giorni di apertura non coincidevano con il nostro soggiorno, con grande disappunto del Saggio, che lo avrebbe visto volentieri.
Alle terme abbiamo conosciuto una simpatica insegnante di conservatorio toscana, che oltre a svelarci alcuni aneddoti sulla sua arte, ci ha consigliato di proseguire sulle orme degli Etruschi, indirizzandoci verso le nostra prossima tappa.
Chiusi con i bambini: alla ricerca del tesoro nel labirinto di Porsenna
Parcheggiamo il camper appena sotto le mura di Chiusi e pranziamo, nella speranza che la pioggia, che picchietta sul tetto dalla scorsa notte, si attenui un po’.
È l’Epifania e il maltempo ha messo di malumore i bambini, che brontolano e non vogliono nemmeno scendere.
In camper teniamo sempre i k-way, gli ombrellini pieghevoli e la cerata per i passeggino, per cui ci attrezziamo e usciamo, la Befana ci regala una parentesi di pioggia più rada e sottile, che ci permette di passeggiare per la via centrale del borgo e scherzare sul fatto che i negozi siano appunto tutti “chiusi”. Anche il museo etrusco che qui ha la facciata di un tempio greco oggi era aperto solo la mattina, per scarsità di personale. La riduzione di dipendenti e la chiusura di diversi locali a causa del Covid, sarà un leitmotiv che ci accompagnerà per tutta la vacanza.
Chiusi è una delle più antiche città di origine etrusca, la leggenda dice che sia stata fondata da Cluso, figlio di Tirreno, secondo alcuni, secondo altri figlio di Telemaco. Si trovava in un punto strategico dal punto di vista commerciale, perché collegava il territorio dell’antica Roma all’Etruria e per questo fu spesso oggetto di contese delle province circostanti.
Visitare Chiusi con i bambini può essere interessante se gli si racconta la leggenda del re etrusco Porsenna e del tesoro misterioso che pare sia custodito nella sua tomba mai ritrovata.
Noi siamo fortunati, perché partecipiamo ad una visita dei sotterranei della cattedrale con una guida molto preparata. Sotto il borgo di Chiusi c’è un reticolo di tunnel sotterranei, di cui solo alcuni accessibili e alcuni visitabili con un tour specifico. Noi partecipiamo al tour dantesco che ci fa percorrere un tratto di 140 metri scavati nell’argilla e rinforzati con travertino, che scopriamo essere formato da radici preistoriche fossilizzate. Il tunnel è illuminato con luci rosse e si odono i lamenti dei dannati. Il collegamento culturale è stato fatto perché Dante, nella Divina Commedia, cita Chiusi e le fetide paludi che la circondavano. In realtà la guida ci spiega che queste gallerie servivano per la raccolta e il filtraggio dell’acqua piovana. Il nostro Purgatorio è una grossa cisterna sotterranea e poi risaliamo al Paradiso, all’interno del campanile della cattedrale, addobbato con palloni gonfiabili che rappresentano i pianeti e le stelle, fino alla vista sulla meravigliosa val di Chiana.
La rete di cunicoli sotterranei di Chiusi è stata definita labirinto di Porsenna, perché Plinio il Vecchio, nei suoi scritti, racconta che il celebre re lucumone fu sepolto con grandi onori in una tomba composta da 5 torri piramidali, addobbate con campanelle che avrebbero risuonato al vento. Per le sue eroiche imprese, sarebbe stato sepolto con un carro d’oro, trainato da 12 cavalli rappresentanti la dodecapoli etrusca, una gallina d’oro e un corteo di cinquemila pulcino d’oro anch’essi. Porsenna è un re etrusco realmente esistito, la cui tomba però non fu mai ritrovata e il cui mito rimane nei secoli, in attesa dei nostri piccoli esploratori.
Nei sotterranei non è possibile entrare col passeggino e in alcuni punti nemmeno con lo zaino, ma il Cucciolo ha camminato volentieri seguendo il percorso luminoso, che invece ha un po’ spaventato lo spavaldo Terremoto, che non ha gradito le battute della guida sulle pene dantesche. Il Saggio invece si è lasciato catturare dalla storia e il suo umore è migliorato man mano che la guida ci arricchiva di aneddoti speciali.
Con il biglietto era compresa anche la visita ad una piccola sezione di preziosi arredi sacri e di 21 antichi testi corali di canti gregoriani. La cattedrale è invece a libero accesso, è una delle più antiche chiese della Toscana, meravigliosamente decorata con una tecnica particolare. Sembra che l’abside e la parte alta delle navate siano ricoperti di mosaici, invece è una pittura che simula il mosaico, in cui le immagini sono rappresentate emulando la tecnica bizantina, dipingendo le singole tesserine come se fosse un mosaico, una perfetta illusione ottica di cui non ci eravamo accorti e che ci è stata svelata, dalla gentilissima guida che abbiamo tempestato di domande.
Montepulciano con i bambini
Alla Fattoria Pulcino a 4km dal centro storico di Montepulciano è possibile sostare gratuitamente con il camper, nell’ampio parcheggio. I gestori sono molto cordiali, ci hanno accolto con una degustazione di vini, accompagnati da un tagliere di salumi e formaggi, tutto di loro produzione, dopo una visita alle cantine e alla collezione privata di antichi fossili, minerali, oggetti preistorici e più recenti attrezzi agricoli collezionati dalla famiglia negli anni.
L’accoglienza e le ottime recensioni ci convincono a prenotare un tavolo anche per cena. Pici e tagliatelle di pasta fresca al ragù e un’ottima fiorentina deliziano il palato e
fanno contenta tutta la famiglia, che torna a dormire in camper sazia e soddisfatta. Nella fattoria è possibile acquistare una selezione di vini, vin santo, dolci e confetture di produzione locale, ma soprattutto sentirsi accolti e coccolati.
La mattina dopo salutiamo proprietari e animali e ci spostiamo al parcheggio sotto le mura di Montepulciano. Saliamo a fatica col passeggino, è una bella arrampicata, ma ne vale la pena, il paese è davvero vivo e accogliente. Il corso principale è ricco di negozi e botteghe di artisti, di attività artigianali, enoteche e ristorantini.
Ovviamente uno su tre brontola, per cui non esploriamo proprio tutti gli scorci sul panorama, saltiamo l’ultima salita alla fortezza e ci addentriamo solo in una delle tante chiesette, ma vi consigliamo di prendervi del tempo per godervelo tutto, per camminare lentamente, per accogliere gli inviti delle degustazioni di vini e cantucci che le vetrine offrono per attirare i clienti.
Un’attrattiva per i bimbi può essere la ricerca della Torre di Pulcinella. Si tratta della torre dell’orologio che si trova in piazza Michelozzo, sovrastata appunto dalla celebre maschera napoletana. Il personaggio inizialmente, nel 1550 era una figura umana che riprendeva il “mangia guadagni” che dà il nome alla torre del Mangia di Siena, che fu poi vestita da Pulcinella, il goloso personaggio, su suggerimento pare di un sacerdote di origini napoletane dell’epoca o, come qualcuno ipotizza in onore di un benefattore che finanziò i restauri nel 1600. Giunti sotto la torre decidiamo di pranzare in camper, con vista sulle colline e di partire per la tappa successiva.
Big bench bianca e verde: Castello di Meleto a Gaiole in Chianti
Avevamo già percorso le colline del Chianti a Capodanno di due anni fa, prima che il Covid turbasse le nostre esistenze. Il Cucciolo era un piccolo fagiolino nella pancia di mamma Micky e noi ancora non lo sapevamo, anche se proprio su queste dolci colline abbiamo iniziato ad intuire che il nostro equipaggio sarebbe potuto aumentare, per cui ora Un, due, tre…si parte! Si ripercorrono con occhi nuovi queste strade, avidi di aria e di sole, grati di poter viaggiare mentre tanti amici sono in quarantena proprio in questi giorni.
Questa volta non ci fermeremo nei vari borghi, perché abbiamo una meta precisa, da raggiungere prima che il sole tramonti sulle vigne: la panchina gigante del Castello di Meleto.
Questi piccolo castello con robuste mura difensive ha una storia i cui personaggi hanno nomi da fiaba. I monaci vallombrosiani dell’abazia di Coltibuono lo possedevano nel XI secolo. Il primo feudatario fu un certo Guardelotto, che entrò in contrasto con Federico I Barbarossa, che decise così di affidare il castello alla famiglia dei Fridolfi da Meleto.
La sua posizione strategica lo rese territorio di numerose guerre, in cui riuscì però a conservare il suo splendore, anche di alcuni arredi interni, tra l’altro, che noi non siamo riusciti a visitare, se non la pittoresca enoteca con volti in pietra.
Lungo le colline si srotola o i filari di vigne, su cui il sole disegnava le linee del tramonto incipiente. La panchina si trova a pochi passi dal castello, di colore verde scuro e bianco, davanti a cui sono poste due vecchie botti.
Il lago di Bilancino a Barberino del Mugello
Cercando una tappa dove dormire tra Firenze e Bologna, abbiamo trovato l’area sosta del Lago di Bilancino.
La sua storia è curiosa. È un lago artificiale nato negli anni ottanta a seguito di un progetto per deviare le acque e evitare che si potesse ripetere il disastro dell’alluvione di Firenze del 1966, a causa dell’esondazione dell’Arno.
Ai bimbi racconto che il loro nonno andò insieme a molti altri giovani italiani a salvare i libri delle biblioteche di Firenze dopo quel terribile episodio, formando delle catene umane per trasportarli fuori e farli asciugare.
Dormiamo e al mattino rimaniamo delusi perché, sempre a causa del Covid, il bar è chiuso e quindi niente brioche fresche. Facciamo colazione in camper e ci vestiamo belli pesanti, il sole splende, ma fa molto freddo.
Questo lago artificiale è stato realizzato nel bacino di un’antico lago preistorico, che all’epoca era molto più esteso. È circondato da un’area naturalistica e il territorio del Mugello offre molte escursioni, oltre ad alcuni borghi da visitare. In estate è anche balneabile, oggi invece è uno specchio su cui il sole si riflette, mentre camminiamo sul sentiero che lo costeggia.
I bimbi rimangono affascinati dalle pozzanghere ghiacciate, uno spettacolo che non è facile vedere in città. Con i piedi e dei bastoni rompono le sottili lastre di ghiaccio e liberano le bolle d’aria rimaste intrappolate, scrutano attraverso le trasparenze l’erba che continua a crescere e ci chiamano da un lato all’altro dello sterrato per mostrarci le strane geometrie che le pozzanghere hanno disegnato durante la notte.
Il Cucciolo dorme nel passeggino, lui ama i terreni dissestati che lo cullano e il sole che lo scalda un po’ nella tutina termica.
Ci arrampichiamo sugli alberi, respiriamo l’aria a pieni polmoni. Ci viene fame, ma fame fame.. così cerchiamo su Tripadvisor e le recensioni ci guidano bene, troviamo un ristorante vicino all’ingresso dell’autostrada che sazia il nostro appetito. Risaliamo a bordo soddisfatti e carichi di energie per affrontare questo nuovo anno.